Categoria: Iniziative
Ri-partire dal Futuro
Croce Verde, via Garibaldi 171
Viareggio
ore 9°°-17°°
Giornata sul tema del lavoro socio educativo con i minori
per sostenere una cultura di protezione e
promozione di bambini e ragazzi
Ingresso libero e gratuito
PROGRAMMA:
“Servizi e Risorse Oggi”
09,00 Apertura dei lavori – Vera Caruso – Presidente C.RE.A coop. sociale
Saluti del Commissario Straordinario del Comune di Viareggio
Valerio Massimo Romeo
Comunicazioni istituzionali:
Vinicio Biagi
Coord. Area Giunta Reg. Politiche Solidarietà Sociale, Regione Toscana
Ettore Neri
Presidente Società della Salute Versilia
Vincenzo Strippoli
Dirigente Servizi Sociali Comune di Viareggio
“Dal lavoro quotidiano ai bisogni emergenti”
10,00 – Introduzione Video
Tavola rotonda
Conduce Andrea Montaresi.
Partecipano:
Raffaello Ciucci – sociologo, professore Università di Pisa
Claudio Franciosi – dirigente scolastico I.C. Centro Migliarina Motto Viareggio
Luciana Madrigali e Cristina Grandi – Consultorio Adolescenti ASL 12
Emanuela Peter – vicario ISI G. Marconi Viareggio
Giorgio Pini – responsabile U.F Salute Mentale Infanzia e Adolescenza ASL 12
Fausta Vitagliano – psicologa, esperta centri ascolto scolastici
Rappresentante del Servizio Sociale Comune di Viareggio
11,30 Caffè!
“Giovani? Fuori la retorica e dentro le idee!”
11,45 – Incontro con i candidati Sindaco del Comune di Viareggio
Conduce Andrea Montaresi, intervengono la Direzione e Gruppo Servizi
per Minori C.RE.A
13,30 Pausa Pranzo
“Esperienze a confronto. Residenzialità, aggregazione, prossimità e lavoro di strada”
14,30 – Educatori ed operatori si confrontano sul lavoro sociale con i
minori
Conduce Luca Manfredini, coord. Servizi per Minori Camaiore coop. C.RE.A.
Partecipano:
Paolo Carli
vice presidente Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (CNCM)
Carla Bonetti
coordinatrice Comunità Alloggio/Centro Diurno Minori Viareggio
Nicola Preziuso
dirigente scolastico IC “I. Micheloni” Lammari (LU)
Stefano Bertoletti
responsabile Area Prevenzione e Dipendenze, CAT coop. sociale (FI)
Osvaldo Martinelli
animatore e resp. progetto Forum Giovani Viareggio (1999-2010)
Segue Dibattito
16,30 Conclusione dei lavori – C.RE.A soc. coop. sociale
Sarà rilasciato attestato di partecipazione
“L’arte di stare insieme”
Performance teatrale e seminario pubblico per
“guardare oltre i nostri confini, le nostre abitudini, le nostre convinzioni”
Venerdì 16 gennaio 2015
Ore 17,30-22,30 Gran Teatro Puccini – Torre del Lago (Viareggio) Ingresso libero
Con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana
Seminario Pubblico “L’arte di stare insieme, la Toscana come terra d’incontro”
per condividere la conoscenza del nostro territorio come terra di ospitalità e di solidarietà – per condividere esperienze di integrazione e di inclusione sociale.
Ore 17,30-19,00. Intervengono:
Serena Del Cima e Paolo Simonelli, gruppo teatrale C.RE.A “La genesi di una performance/la promozione dell’integrazione”
Lorenzo Carletti, storico dell’arte, “L’arte medievale come lingua comune dei popoli del Mediterraneo
Danilo Soscia, studioso di letteratura italiana, giornalista e scrittore “Tabacco, tè, cotone, caffè e altri stranieri. Storia di parole comuni venute da lontano”
Satyamo Hernandez, attore, regista, presidente associazione AEDO “L’esperienza artistica come strumento di inclusione sociale”
Apericena a buffet, ore 19,30
Performance teatrale “Cromie” a cura del gruppo teatrale CREA
Ore 21,00-22,30
L’evento proposto scaturisce dalla costante attività di ricerca e sperimentazione che gli operatori della cooperativa, ed in particolare nella forma del gruppo teatrale CREA, conducono nell’ambito dei percorsi partecipati di drammatizzazione e messa in scena di spettacoli teatrali con attori disabili, ospiti dei centri diurni di socializzazione disabili, che vengono poi proposti al pubblico nell’ambito di rassegne o singoli eventi; la drammatizzazione diventa così strumento di promozione per favorire l’integrazione e l’inclusione sociale.
#5buoneragioni
CREA aderisce:
Link per adesioni:
https://docs.google.com/forms/
Manifesto in pdf:
http://www.cnca.it/images/
1 BASTA alla falsa contrapposizione tra il diritto del bambino a vivere nella propria famiglia e il diritto ad essere protetto da situazioni di pregiudizio che possono compromettere in modo irreversibile la sua salute psicofisica.
Il problema non è se si allontanano troppo o si allontanano poco i bambini e gli adolescenti nel nostro Paese, ma piuttosto che l’allontanamento è una misura giudiziaria di protezione indispensabile nelle situazioni di abuso, grave maltrattamento. In via generale, è auspicabile la riduzione del numero degli allontanamenti, ma al contempo è doveroso, sul piano pratico, allontanare con determinazione e tempestività bambini e adolescenti che nel loro contesto familiare subiscono gravi violazioni dei loro diritti. Occorre dunque garantire realmente tutti i sostegni alla famiglia d’origine perché possa essere aiutata a crescere bene i propri figli, contrastando la continua riduzione delle risorse sociali e garantire adeguate risorse di organici per gli operatori (assistenti sociali, educatori, psicologi…) per sostenere le famiglie e prevenire situazioni di rischio, sostenere per ogni bambino e ogni famiglia un progetto appropriato. Occorre altresì garantire l’adeguatezza dei servizi deputati alla protezione e, ove occorre, all’allontanamento dei minorenni, capaci di intervenire con determinazione, nel preminente interesse dei minorenni.
2 BASTA alla falsa contrapposizione tra accoglienza in famiglia e accoglienza in comunità.
Ciascun bambino e adolescente ha diritto – secondo le priorità previste dalla legge n.184/1983 – ad un progetto per sé, attento, pensato, curato, specifico, alla definizione del quale – per quanto e quando possibile – egli deve essere direttamente coinvolto, fin dalle prime fasi della sua definizione e realizzazione. È auspicabile che ogni minorenne allontanato dal proprio nucleo familiare possa fare esperienza di una nuova famiglia che lo accoglie, ma è allo stesso modo auspicabile che – laddove la situazione lo richiede – quel minorenne possa essere accolto in comunità sia essa familiare o educativa. È infatti doveroso assicurare anche la presenza di comunità specializzate capaci di offrire un “sostegno professionale” a quei bambini e ragazzi che hanno subito eventi altamente distruttivi per i quali l’accoglienza in una nuova famiglia sarebbe un intervento nell’immediato “non appropriato” o da preparare nel tempo creandone le condizioni. Il rischio più pericoloso in queste situazioni è di agire sotto l’impulso di ideologie piuttosto che dall’ascolto attento di “quella storia” e di quel bambino o adolescente che va accompagnato verso la ricostruzione di legami affettivi e familiari significativi nei tempi e nei modi rispondenti ai suoi bisogni ed alle sue risorse.Tutte le risorse di accoglienza residenziale vanno poi monitorate attentamente affinché rispondano nel loro funzionamento complessivo ai requisiti di legge e quindi al superiore interesse del minorenne.
3 BASTA alla falsa contrapposizione tra accoglienze brevi e accoglienze a lungo termine.
Se è auspicabile che gli allontanamenti durino il minor tempo possibile e che si concludano ogni qualvolta risulti utile al minorenne con il rientro in famiglia, occorre affermare che vi sono ragazzi il cui preminente interesse richiede che vengano disposti affidamenti o inserimenti in comunità per un tempo a volte prolungato. Ci sono tante situazioni in cui non è possibile né il rientro nella famiglia d’origine né l’attivazione di un percorso adottivo. È allora necessario realizzare, discernendo con attenzione e competenza da parte delle responsabilità istituzionali e professionali preposte, un percorso di vita per il minorenne caratterizzato da un’accoglienza di lunga durata. In queste situazioni è indispensabile che il progetto e la sua evoluzione venga valutato con competenza, tenendo saldamente al centro l’interesse del minorenne e dei suoi bisogni reali.
4 BASTA alla falsa contrapposizione tra servizio pubblico, privato sociale e associazionismo familiare.
I diritti si tutelano solo in uno scenario in cui tanto i servizi pubblici quanto il terzo settore e l’associazionismo familiare sono forti ed operano, senza confusione di ruoli, in strette sinergie a partire dalle proprie titolarità, costruendo corresponsabilità e rifiutando deleghe: solo così possiamo parlare di vera sussidiarietà.
5 BASTA alla confusione giuridica e esperienziale tra affido e adozione.
Un bambino in affido può essere adottato dagli affidatari solo se durante l’affido viene preventivamente accertato dal Tribunale per i Minorenni il suo stato di adottabilità (v. art. 8 legge n. 184/1983). In questi casi va prioritariamente presa in considerazione la disponibilità e l’idoneità degli affidatari e attentamente valutato se l’adozione da parte loro corrisponde al preminente interesse del bambino o adolescente. L’adozione deve essere una misura presa sempre esclusivamente nel superiore interesse del bambino: non può essere motivata da fattori predeterminati quali la lunga durata del periodo di affidamento così come non può essere ritardata o negata solo perché vi è già un progetto di affido familiare. In questi casi estremamente delicati è però assolutamente necessario procedere con grande cautela e gradualità tenendo conto che il bambino o adolescente si trova a vivere un nuovo distacco da legami affettivi faticosamente costruiti.